Disegnata da Philippe Starck per Kartell nel 2002, è diventata in vent'anni LA sedia trasparente per definizione
È il 2002 quando Kartell presenta al Salone del Mobile di Milano la sedia in policarbonato Louis Ghost di Philippe Starck. In realtà, dichiara il designer “la sedia Louis Ghost è stata progettata da sé, realizzata dal nostro subconscio collettivo occidentale. Visibile e invisibile, reale e immateriale, elegante e intelligente”.
La Louis Ghost di Philippe Starck è una seduta di design economica e impilabile che ammicca con ironia alle poltrone in stile Luigi XVI. Una sedia in plastica innegabilmente ispirata allo stile barocco francese e altrettanto inequivocabilmente contemporanea nei materiali e nelle tecniche di produzione: ci sono voluti due anni di tentativi per riuscire a realizzarla iniettando granuli di policarbonato in un unico stampo industriale, senza giunti né altri attacchi. Oggi questo processo è stato nuovamente aggiornato per realizzare la Louis Ghost con un policarbonato che deriva in gran parte da scarti industriali della cellulosa e della carta certificato ISCC* (International Sustainability and Carbon Certification), in modo da ridurre fino al 60% l’impatto ambientale in termini di emissioni di anidride carbonica.
“È il frutto di un lungo lavoro di ricerca della perfezione, della trasparenza assoluta, che è stata possibile solo grazie alla dedizione di persone appassionate che hanno trovato la soluzione tecnologica migliore possibile per trasformare un’idea in un’icona” commenta Claudio Luti, Presidente di Kartell. “È stata questa l’intuizione nata dal dialogo tra Kartell e Philippe, un oggetto senza tempo che fonda sulla bellezza e sulla qualità la sua caratteristica”.
“Questa sedia rappresenta un’autentica sfida tecnologica sia per l’architettura compositiva dello schienale a medaglione che per la dinamica dei braccioli” scrive Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano Triennale Milano. “La trasparenza del materiale è un traguardo aziendale che è stato capace di imporre negli anni un’estetica unica e graffiante”.
A decretarne il successo – negli anni ne sono stati venduti più di tre milioni di esemplari, che le valgono il titolo di sedia di design più venduta al mondo – competono diversi fattori: il prezzo ragionevole, la facilità con cui si inserisce in qualsiasi interno domestico o pubblico, l’immediata riconoscibilità e familiarità delle forme e la trasparenza, che le dona una presenza eterea e allo stesso tempo vistosa, un’invisibile appariscenza potremmo dire. E poi l’uso inedito della plastica: un materiale sempre considerato usa e getta, nelle mani di Philippe Starck diventa equiparabile a colleghi più nobili come il legno o il metallo, plasmando una seduta destinata a durare negli anni e a viaggiare nel mondo: negli ultimi vent’anni la Louis Ghost ha trovato posto nelle grandi città e negli angoli più remoti della terra; ha ospitato personalità come il Papa Benedetto XVI e la Regina Elisabetta e moltissime persone comuni che l’hanno riconosciuta nelle case, nei teatri, nei bar e nei ristoranti; ha affascinato creativi come Bob Wilson, che l’ha riempita di parole, Antonio Marras, che le ha messo le ali, Piero Lissoni, che l’ha illuminata al neon…
Per tutte queste ragioni Kartell ha deciso di celebrare il 20esimo anniversario della Louis Ghost con una collaborazione speciale con il Teatro alla Scala e il coreografo Patrick de Bana, che per l’occasione ha creato il pas de deux Marie Antoinette reloaded ispirato al suo balletto Marie Antoinette e affidato ai solisti scaligeri Maria Celeste Losa e Gabriele Corrado.
“Quando mi è stato chiesto di lavorare su questo progetto ho preso momenti dall’originale, li ho adattati a questa nuova versione appositamente realizzata per Kartell e ho scelto questa sequenza, che è proprio alla fine del balletto” spiega de Bana, “È come se mostrassimo gli ultimi cinque minuti un film, c’è tutta una storia prima, tutta una vita. Ecco perché ho cercato di creare questa nuova versione togliendo via, per renderla impalpabile, astratta; potrebbe essere un passo a due nuziale, un passo a due finale, un passo a due d’addio, in modo che il pubblico abbia spazio per sognare e pensare”. Il balletto e la sedia sono diventati a loro volta protagonisti del corto Louis Ghost on stage diretto dalla giovane regista Aksinja Bellone, che vedete in apertura dell’articolo e che entrerà a far parte dei progetti speciali custoditi nel KartellMuseo.