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Arredi esterni di bar e ristoranti, arrivano le nuove regole. I dehors extralarge varati per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia sono stati confermati anche dall'ultimo Milleproroghe, e adesso la nuova scadenza è fissata al 31 dicembre. Nove mesi sono decisamente troppi per convivere con la sostanziale deregulation che caratterizza il centro storico fin nei suoi luoghi più cruciali. Il sindaco Clemente Mastella non perde occasione per ricordare che la città è chiamata alla sfida turismo, e che nelle condizioni attuali rischia di non superare lo stress test rappresentato dalla visita degli ispettori Unesco annunciata per l'autunno. Osservate speciali sono chiaramente la buffer zone di Santa Sofia e quella dell'Arco di Traiano. Quest'ultima vedrà partire a giorni il cantiere della riqualificazione prevista dal progetto «Emozionare è valorizzare» dei Pics. Il vertice promosso tre giorni fa dal vicesindaco Francesco De Pierro ha indicato in lunedì 27 la data di avvio dei lavori.
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Si inizierà dallo slargo alla fine di via Traiano prospiciente le attività di ristorazione, così da riconsegnare prima quelle aree sgombere da impedimenti e consentire la migliore agibilità commerciale entro l'estate. Ma i sei mesi che separano dal sopralluogo Unesco dovranno essere utilmente impiegati per mettere fine alla interpretazione anarchica di ombrelloni, sedie e tavolini in tutto il centro storico. Obiettivo messo a fuoco da Comune e Soprintendenza che stanno per varare un nuovo vademecum per le installazioni degli arredi esterni. Nel corso dell'ultima interlocuzione, venerdì, tra l'assessore alle Attività produttive Luigi Ambrosone e il sindaco Clemente Mastella con il Soprintendente Gennaro Leva, si sono individuate le principali linee guida che saranno stilate nei dettagli nell'arco di quindici giorni.
«E' in atto un confronto costante con il Soprintendente Leva che da sempre segue in prima persona la questione - spiega Ambrosone - Già nei prossimi giorni ci incontreremo per mettere nero su bianco i termini del nuovo disciplinare per i dehors che andrà a rimodulare quello post lockdown varato nel 2020. Saranno interessate le nuove richieste che giungeranno fino al 31 dicembre, nuovo termine fissato dalla legge per le autorizzazioni in deroga al regolamento base, ma anche quelle già in vigore. La gran parte delle autorizzazioni in essere, 87 su 96, sono di tipo "smart", ovvero realizzate sfruttando la facoltà di ampliamento. Il Comune ha affiancato le attività commerciali nel superamento della pandemia ma ora, con la progressiva uscita dal Covid, occorre restituire uniformità estetica e logistica ai luoghi simbolo della nostra città».
Un imperativo che farà diventare più verde il centro storico: «Nelle interlocuzioni avute fin qui - anticipa Ambrosone - è emersa una indicazione chiara da parte della Soprintendenza: gli arredi esterni non potranno più essere collocati a casaccio, senza un'armonica definizione anche visiva delle superfici occupate. La soluzione operativa da loro consigliata è la delimitazione degli spazi destinati a sedie e tavolini con idonee fioriere che uniscano la gradevolezza estetica alla funzione classica dei limiti perimetrali. Ci muoveremo in questo senso nella stesura del nuovo disciplinare d'accordo con gli uffici ministeriali cui la legge assegna poteri assoluti in materia di tutela dei beni monumentali e architettonici. Va infatti ricordato - aggiunge l'assessore - che l'estensione al 31 dicembre delle autorizzazioni "smart" non supera l'obbligo di rispetto dei dettami imposti dal decreto 42 del 2004 sui luoghi storico-paesaggistici vincolati». Obblighi che prevedono il «divieto assoluto di occupazione del suolo pubblico sulle aree ricadenti nel raggio di 25 metri da immobili vincolati». Il nuovo disciplinare in via di redazione interverrà in particolare sugli articoli 5 ("Elementi di delimitazione") e 6 ("Arredi") del testo oggi in vigore varato nella primavera del 2020. Come anticipato, l'opzione fioriere sarà attuata anche nel restyling di piazza Piano di Corte condiviso con la Soprintendenza, a parziale correzione della prima versione caratterizzata dall'installazione di antiestetici paletti dissuasori anti sosta selvaggia.